Garzaia della Carola

Un angolo di natura alle porte di Pavia.

 

Testo e fotografie di Ernesto Francini

 

Adulto e giovane di garzetta (Egretta garzetta).
 

A pochi chilometri da Pavia, percorrendo la strada provinciale 205 Vigentina proveniente da Milano, si trova il comune di S. Genesio ed Uniti.

Attraversando il paese si raggiunge la strada della Carola (da cui prende il nome l’oasi) che porta direttamente, seguendo un piccolo sentiero sterrato, sino ad un nucleo boschivo di Ontano nero.

L’ingresso dell’oasi è facilmente individuabile da un cartello segnaletico, con indicato il relativo percorso, posto dall’ente gestore.

In questo luogo che, per la superficialità della falda acquifera e la presenza di numerose rogge, si presenta paludoso e coperto da tipica vegetazione igrofila, è situata una piccola ma interessante garzaia che ospita alcune delle specie di aironi presenti oggi nella pianura padana.

Riconosciuta come Riserva Naturale parziale zoologica, di interesse regionale, è gestita dall’Amministrazione Provinciale di Pavia in convenzione con il WWF.Un’estensione di circa 30.6 ettari di superficie (8.6 di riserva e 22 di fascia di rispetto) con presenza di Salicone (Salix caprea) e canneti ne fanno l’habitat ideale per l’insediamento degli Ardeidi.

Dove il suolo è più umido, in corrispondenza di specchi e corsi d’acqua o nelle depressioni del terreno, si instaura un’associazione vegetale che vede uno strato erboreo in cui vicino al salicone domina l’Ontano nero (alnus glutinosa).Non a caso l’origine del nome di questo albero, Alnus, deriva da “al han “ che nella lingua celtica dei nostri progenitori significava “vicino all’acqua”.

     

 

Sentiero sterrato che conduce all’oasi.  

Ingresso oasi e cartello segnaletico.

     

Nello strato arbustivo, che completa l’ambiente, troviamo il Sambuco (sambucus nigra) ed il Biancospino (crataegus monogyna) che si intrecciano poi a specie esotiche quali le Robinie.

Un sentiero posto all’ingresso dell ‘ oasi porta il visitatore a percorrere l’intero perimetro dell’area di riserva, accompagnandolo tra rogge e canali irrigui, che circondano la garzaia, mostrando nel contempo una visione completa dell’area di nidificazione.

Nella garzaia tra gli aironi presenti vi sono il Cenerino (di cui sono stati censiti circa 50 nidi) la Nitticora (30 nidi) e la Garzetta (80 nidi) ; osservabili facilmente al di fuori dell’area di riserva, mentre lasciano od arrivano ai nidi; od anche quando si accingono alla pesca nelle pozze d’acqua circostanti l’oasi, ricche di rane, girini ed anche bisce d’acqua, delle quali ho notato più volte la cattura.

     

 

Airone cenerino (Ardea cinerea).  

Nitticora (Nycticorax nycticorax).

     

É facile osservare il passaggio del falco Lodolaio (falco subbuteo) e ancor di più della Poiana (buteo buteo) che, specialmente nei mesi primaverili, quando ancora i piccoli degli aironi sono nei nidi e non sanno volare, con una tecnica predatoria tipica del rapace, attua improvvise e continue virate attorno al nido, cercando di provocare lo sbilanciamento e la caduta a terra dei pulli, che in questo modo vanno incontro a morte certa.

L’avifauna diurna è presente con una famiglia numerosa di Gazze, Fagiani, Germani reali, qualche Quaglia, che frequenta i coltivi intorno all’oasi, il Picchio rosso maggiore,l’immancabile Gallinella d’acqua e passeriformi di vario tipo (Cinciarella, Cinciallegra, Cincia bigia, ecc…).I notturni sono il Gufo e la Civetta (alle volte visibile anche di giorno appollaiata tra i rami, nascosta dal fitto della vegetazione).

Molti sono i fiori, e tra gli insetti più belli che ho individuato attorno ad essi vi è la bellissima Sfinge del Galio (macroglossum stellatarum) che con la sua lunga spirotromba (proboscide) sugge, in volo, il nettare di cui si nutre.

 

Sfinge del galio (Macroglossum stellatarum).
 

Ovviamente per compiere delle buone osservazioni è necessario mimetizzarsi e la cosa migliore sarebbe quella di munirsi di un capanno.

Anche la caccia fotografica vagante può dare buoni risultati, se effettuata con le opportune precauzioni, ad esempio attrezzandosi con un telo mimetico. Ma soprattutto è necessario avere una buona dose di pazienza e saper attendere lo svolgersi degli eventi.

Quali emozioni può riservarmi la natura ? Mi chiedevo questo, quando, alle mie prime esperienze come fotografo naturalista in un tardo pomeriggio primaverile mi riposavo seduto ai bordi di uno dei corsi d’acqua dell’oasi.

Avevo passato tutta la giornata camminando, senza aver visto nulla di particolare, ed ero sensibilmente stanco. Appoggiata la macchina fotografica sul terreno mi asciugavo il sudore dalla fronte e divertito osservavo quattro pulcini di Germano reale che incuranti della mia presenza,e dei continui richiami della madre lontana, giocavano festosi nell’acqua. Improvvisamente una serie di urla mi fecero sobbalzare dal quieto torpore in cui mi trovavo. Con lo sguardo cercavo di individuare la posizione da cui provenivano, qualcosa si muoveva in fondo al piccolo corso d’acqua, ma la vegetazione mi impediva una chiara visione.

Scosso da queste grida di disperazione impugno istintivamente la macchina fotografica, scordandomi di averla spenta poco prima che l’appoggiassi al terreno, e giustamente pago questa disattenzione, quando, all’improvviso, dal folto della vegetazione, un airone si alza in volo con il forte becco chiuso, come una tenaglia implacabile, su un pulcino di gallinella d’acqua che si dibatte disperatamente.

     

 

Primo piano airone cenerino (Ardea cinerea).  

Pulcino di gallinella d’acqua (Gallinula chloropus).

     

Le ottiche che consiglio vanno dal 300 al 600 mm, in particolare il 600 mm, utilizzato con stativo, è utile sia per le riprese dei nidi (che però per motivi di tutela e rispetto verso gli animali ed il loro ambiente devono essere effettuate dall’esterno dell’area di nidificazione ) che per le fasi di avvicinamento / uscita dei soggetti dagli stessi; mentre il 300 mm può essere utilizzato con buoni risultati per la caccia vagante, possibilmente senza moltiplicatore di focale al fine di conferire una maggiore prontezza di azione all’autofocus.

Personalmente, in caccia fotografica vagante, utilizzo una impugnatura a pistola, da me costruita, direttamente accoppiata per mezzo di una piastrina metallica alla base dell’obiettivo.Questo mi consente un movimento più bilanciato dell’obiettivo e una maggiore rapidità di azione.

Le condizioni di luce sono spesso buone in tutte le stagioni dell’anno.

I nidi degli aironi Cenerini, in particolare, essendo soggetti non migratori, sono più facilmente osservabili nei mesi finali del periodo invernale e/o di inizio primavera quando la vegetazione non ha ancora ricoperto la fascia boschiva che costituisce la garzaia.

 

Garzetta in uscita dalla garzaia (Egretta garzetta).