Torbiere del Sebino

Dove la natura regna ancora sovrana.

 

Testo e fotografie di Ernesto Francini

 

Panorama.

 

In alcune zone, dove l'acqua incontra la terra, si creano le condizioni ideali per la proliferazione della vita animale e vegetale.

In questi ambienti, comunemente chiamati zone umide primordiali, la selezione naturale ha dato vita

ad una diversità e varietà di forme viventi difficilmente riscontrabili in altri ecosistemi.

 

L'Italia un tempo ricca di queste ampie zone umide naturali, che si estendevano per milioni di ettari, con moltissime risorse animali e vegetali, ha perso gran parte di queste sue ricchezze (la perdita stimata, nel nostro paese, delle zone umide, è il 90% degli oltre 3 milioni di ettari posseduti in origine).

 

Già dall'epoca degli Etruschi, che furono i primi "bonificatori", seguiti poi dai Romani e dalle grandi famiglie patrizie del Medioevo, sino ai giorni nostri, nel territorio Italiano, la maggior parte di queste risorse sono andate perdute per opera dell'uomo.

 

Centinaia di specie selvatiche che in esse vivevano, non trovando più le condizioni idonee alla loro esistenza, sono scomparse dai nostri territori e quello che ora rimane è solo una piccola parte della grande ricchezza naturale che avevamo.

 

Le Torbiere del Sebino sono tra le poche zone umide primordiali rimaste sul nostro territorio nazionale.

 

I due elementi dominanti di questo luogo, che si estende per circa 360 ettari, lambendo la sponda meridionale del lago di Iseo, sono l'acqua e il canneto.

Questi elementi, combinandosi nelle loro più svariate forme, offrono una base naturale ideale per la vita di migliaia di uccelli e per la proliferazione di un numero ancor più grande di piante, fiori, pesci, anfibi, rettili e organismi acquatici.

 

 

 

 

 

Cartello segnaletico all’ingresso

della Torbiera.

 

Area di canneto.

 

 

 

E' importante notare che affinché un ambiente possa ospitare le specie animali da noi più conosciute, come mammiferi e uccelli, esso deve essere ricco di una "biodiversita" tale da garantire la loro sopravvivenza. In altre parole deve possedere la presenza di innumerevoli altre specie viventi, a noi meno evidenti, come, anfibi, rettili, pesci, insetti che formino la base alimentare per questi animali.

 

Più un ambiente sarà ricco biologicamente di forme di vita, maggiori saranno le specie animali in esso presenti.

 

Originatesi durante l'ultima glaciazione del pianeta, per il progressivo interramento di un lago preistorico, probabilmente un'appendice naturale del lago d'Iseo, questa zona umida, inizialmente si presentava come terreno paludoso ricco di una notevole quantità di torba (da qui il nome di Torbiere).

 

La torba, un tipo di carbon fossile, derivato dalla carbonizzazione secolare di piante acquatiche o palustri, utilizzato nell'antichità come combustibile alternativo al più conosciuto e costoso carbone, fu poi estratta completamente dall'uomo tra il 1750 e il 1950 per uso industriale.

 

L'escavazione, oltre a creare una maggior libertà di movimento all'acqua, ha dato luogo a grandi vasche di forma più o meno rettangolare, visibili ancor oggi, profonde in alcuni casi sino a 5 metri ed oltre.

Tali vasche sono state successivamente colonizzate da una miriade di specie vegetali, che a loro volta sono andate ad integrarsi all'eco sistema già esistente.

 

Per la varietà di forme viventi in esso riscontrate, quest'ambiente è diventato così importante da essere considerato "area di importanza internazionale per la conservazione della natura" in accordo con la convenzione di RAMSAR del 2 Febbraio1972.

 

E’ quindi inserito, a merito, nell'elenco delle zone mondiali da proteggere stabilito dalla suddetta convenzione.

 

La vegetazione che costituisce l'ambiente, come già detto in precedenza, è caratterizzata da un'associazione di vegetali tipici della zona paludosa originaria e da quelli costituitesi dopo lo scavo per l'estrazione della torba.

La diversa profondità dell'acqua nelle varie zone della Torbiera ha creato una moltitudine di specie vegetali di grande valore biologico.

 

Nelle acque profonde troviamo tipologie sommerse come l'Elodea (Elodea canadensis). Nelle acque di media profondità troviamo la bellissima Ninfea Bianca (Nymphaea alba) con i suoi fiori e le larghe foglie galleggianti che ospitano un’incredibile varietà di invertebrati e offrono un tappeto verde, posto sulla superficie dell'acqua, sul quale Folaghe e Gallinelle d'acqua passeggiano in cerca di cibo.

 

 

 

 

Percorso pedonale che attraversa

le vasche.

 

Ninfea bianca (Nymphaea alba).

 

 

 

Nelle acque meno profonde troviamo la Lenticchia d'acqua (Lemna spp) e i bellissimi steli fioriti della Violetta di palude (Hottonia palustris) e a completamento dell'ambiente la Cannuccia di palude (Phragmites australis) che associata ad altre numerose specie, proprie dell'ambiente palustre, costituisce l'impronta tipica di questo paesaggio.

 

La fauna, molto ricca, presenta delle specie viventi difficilmente riscontrabili negli altri ecosistemi del nostro territorio nazionale; ne è un esempio la pregiata Nehalenia speciosa, la più piccola libellula europea, che in Italia vive unicamente alle Torbiere del Sebino.

 

Tra gli anfibi e rettili possiamo trovare la Biscia d'acqua (Natrix natrix) il Biacco (Coluber viridiflavus) la Rana di Lataste (Rana latastei) la Rana agile (Rana dalmatina) la Rana Verde (Rana esculenta) e la Raganella (Hyla intermedia).

 

Gli insetti sono moltissimi, essi rappresentano il cibo per una gran quantità di altre creature, ma tra essi vi sono anche dei carnivori, cioè insetti che si nutrono essi stessi di insetti più piccoli. Tra i più rappresentativi possiamo trovare lo Scorpione d'acqua (Nepa rubra) il Ditisco (Ditiscus marginalis) le Ranatre (Ranatra linearis) il Gerride (Gerris) e la Libellula imperatore (Anax imperator).

 

La presenza dei mammiferi nella Torbiera è limitata dalla ristrettezza della superficie asciutta della riserva, circondata e ingabbiata nell'espansione dalla massiccia presenza di strade e centri abitati e dalla mancanza di un vero e proprio bosco.

 

Purtroppo l'assenza di questi elementi riduce pesantemente la possibilità di avere al suo interno mammiferi di grandi e medie dimensioni e questo, a mio giudizio, è un vero peccato poiché l'importanza naturalistica di questo luogo, per la biodiversità che si verrebbe a creare, sarebbe ancor maggiore e unica nel suo genere.

Abbiamo quindi solamente piccoli mammiferi roditori come il Topolino delle risaie e l'Arvicola.

 

La grande attrazione della Torbiera sono gli uccelli, sino ad ora ne sono state avvistate circa 180 specie.

 

Tra i più importanti possiamo citare il Tarabuso, il più raro airone europeo, del quale in Italia ne sono rimaste solo alcune decine di coppie. Nidifica solo in canneti molto fitti e maturi (non tagliati di recente).

Il Tarabusino, il più piccolo airone europeo, con abitudini crepuscolari, specie che si sta facendo sempre più rara nei nostri territori.

Il Falco pescatore, che in Italia non nidifica più da molto tempo. Frequenta la Torbiera solo durante il transito della migrazione, e la mia speranza è che un giorno vi possa nidificare.

L’airone rosso, anch’esso inserito nella lista rossa degli animali in via di estinzione,

come il Tarabuso nidifica solo in canneti di vecchia data, i quali in Italia vanno sempre più scomparendo, quindi è sempre meno visibile.

 

Tarabusino (Ixobrychus minutos) mimetizzato

tra le canne.

Sospettoso e diffidente osserva con attenzione

il territorio circostante prima di uscire

alla ricerca di cibo.

 

Le tipologie di uccelli presenti nell'ambiente variano secondo le stagioni dell'anno.

Tra i più noti, osservabili in ogni stagione, possiamo trovare i seguenti:

 

-          Svasso maggiore  (Podiceps cristatus)

-          Cigno reale  (Cygnus olor)

-          Germano reale  (Anas platyrhynchos)

-          Airone cenerino  (Ardea cinerea)

-          Tuffetto  (Tachybaptus ruficollis)

-          Gallinella d'acqua  (Gallinula chloropus)

-          Folaga  (Fulica atra)

-          Martin pescatore  (Alcedo atthis)

-          Gabbiano comune  (Laris ridibundus)

-          Merlo  (Turdus merula)

-          Passera d'Italia  (Passer italiae)

-          Basettino  (Panurus biarmicus)

-          Codibugnolo  (Aegithalos caudatus)

-          Cinciallegra  (Parus major)

-          Pendolino  (Remiz pendulinus)

-          Cardellino  (Carduelis carduelis)

-          Usignolo di fiume  (Cettia cetti)

-          Migliarino di palude  (Emberiza schoeniclus)

-          Cannaiola  (Acrocephalus scirpaceus)

 

Nella stagione invernale sono presenti inoltre:

 

-          Cormorano  (Phalacrocorax carbo)

-          Tarabuso  (Botaurus stellaris)

-          Alzavola  (Anas crecca)

-          Quattrocchi  (Bucephala clangula)

-          Albanella reale  (Circus cyaneus)

-          Falco Pellegrino  (Falco peregrinus)

-          Gavina  (Larus canus)

-          Gabbiano reale  (Larus argentatus)

-          Moriglione  (Aythya ferina)

-          Sparviere  (Accipiter nisus)

-          Moretta  (Aythya fuligula)

-          Pesciaiola  (Mergus albellus)

-          Pettirosso  (Erithacus rubecula)

 

Nella stagione primaverile ed estiva abbiamo:

 

-          Airone rosso  (Ardea purpurea)

-          Nitticora  (Nycticorax nycticorax)

-          Garzetta  (Egretta garzetta)

-          Tarabusino  (Ixobrychus minutus)

-          Nibbio bruno  (Milvus migrans)

-          Moretta tabaccata  (Aythya nyroca)

-          Falco pescatore  (Pandion haliaetus)

-          Poiana  (Buteo buteo)

-          Cuculo  (Cuculus canorus)

-          Rondine  (Hirundo rustica)

-          Rondone  (Apus apus)

-          Usignolo  (Luscinia megarhynchos)

-          Marzaiola  (Anas querquedula)

-          Gheppio  (Falco tinnunculus)

-          Gruccione  (Merops apiaster)

-          Upupa  (Upupa epops)

-          Falco di palude  (Circus aeruginosus)

 

Come abbiamo visto ogni stagione ha qualcosa da offrire, potremo così compiere una visita in qualsiasi periodo dell’anno, e se avremo pazienza e tempo necessario per attendere lo svolgersi degli eventi, si potranno ammirare alcuni degli spettacoli più belli offerti dalla natura.

Il consiglio, per cogliere la vera essenza della Torbiera, è di andarci alle prime luci dell’alba o al calare della sera, camminare lentamente, non fare rumore, cercare di non farsi notare dagli animali, portare possibilmente con se un buon binocolo.

 

Capanno di osservazione.

 

Osserveremo le parate nuziali del Falco di palude che portandosi in alto sopra il canneto si lascia

cadere con un volo in picchiata per poi compiere numerose giravolte su se stesso, atte a mettere in

mostra la sua abilità, alfine di attirare l’attenzione della femmina.

 

I tuffi del Falco pescatore, l’unica specie europea di falco specializzata nella cattura di pesci,

che afferra la preda con spettacolari tuffi in acqua artigliandola con le zampe protese in avanti.

 

Il volo radente ed improvviso del Nibbio bruno, che piomba nella palude e tenta di catturare i pulcini

di Germano reale e delle Gallinelle d’acqua, mentre questi fuggono spaventati al riparo del canneto.

 

Il Martin pescatore, piccolo e dalla bellissima livrea sgargiante (arancio vivo sotto e turchese brillante

sul dorso) che dal ramo di un albero si lancia sott’acqua, come una freccia, per poi emergere con

un piccolo pesce nel becco.

 

Lo Svasso maggiore, anch’esso abile nuotatore e pescatore, che in primavera si esibisce in una

bellissima parata nuziale con inchini, scuotimenti del capo, e danze sull’acqua.

 

E questo è solamente una parte di quanto l'ambiente può offrire.

 

Martin pescatore (Alcedo atthis).

 

Per non disperdere il patrimonio naturale delle Torbiere è importante assicurare continuità alla loro esistenza con opportune leggi, ma soprattutto tutelarle con tutti gli interventi richiesti per evitare il loro degrado o abbandono territoriale.

 

E’ necessario porre in evidenza che questa riserva trovandosi al centro di un'area fortemente alterata dal punto di vista naturalistico, come la pianura padana, per effetto dell'urbanizzazione e della coltivazione intensiva del suolo, rappresenta una vera e propria oasi per migliaia di specie viventi che contrariamente non avrebbero la possibilità di sopravvivere.

 

In Italia oltre la metà delle specie animali minacciate di estinzione dipendono da queste zone umide residue. Molte specie di uccelli nidificano esclusivamente in queste zone, altre specie animali e vegetali possono sopravvivere solo in queste zone.

 

La tutela e conservazione di questi ambienti è quindi di fondamentale importanza per assicurare la continuità all'esistenza di questi esseri viventi e per la ricostruzione di un territorio ad eco sistema naturale dal quale l'uomo stesso per sua natura non può prescindere.

 

Panoramica.

 

Detto questo, mi rammarica sentire alcune persone parlare dell’inserimento all’interno dell’oasi di punti di ristoro e zone di divertimento per i turisti, al fine di incrementare l’afflusso delle visite.

La mia personale opinione di naturalista è che se ciò avvenisse, di fatto, le “Torbiere del Sebino” cesserebbero di esistere.

 

Nota:

Le Torbiere sono ubicate tra i comuni di Cortefranca, Iseo e Provaglio d’Iseo, che ne delimitano il perimetro. Da Milano si possono raggiungere percorrendo l’autostrada A4 in direzione di Brescia, uscendo al casello di Ospitaletto e seguendo la segnaletica stradale per Iseo. Si prosegue poi per il paese di Provaglio sino a raggiungere il monastero di S. Pietro in Lamosa. Qui sarà accessibile un ampio parcheggio e troveremo il percorso pedonale per accedere alle Torbiere.

Recentemente è stato inaugurato il nuovo centro visite, che si trova ubicato nel comune di Iseo, di fronte al campo sportivo, potremo trovare informazioni necessarie per la visita ed un percorso alternativo per accedervi.

 

Monastero di S. Pietro in Lamosa.